"Lui le passò il braccio forte sotto il braccio, in un movimento fluido e serpentesco, si spostò sul fianco e le accavallo la gamba attorno all'anca...così, dolcemente avvinghiati, senza serrarla...appoggio la sua bocca ed il naso dietro la nuca della donna che piegò leggermente il capo, assumendo, nel letto una posizione infantile...si sentiva protetta!

...ad occhi chiusi Vilsia vedeva ogni cosa perche la sentiva. Sentiva con la sua pelle morbida, la schiena a specchio contro il petto nudo di lui...vedeva il suo odore espandersi respirando l'aria, vedeva i respiri pacati e rilassati, ascoltava il movimento del suo torace che ora, ora lo sentiva, era all'unisono con quello di lui...Vilsia vedeva tutto ciò che con gli occhi non era possibile vedere, e le sembrò di non aver mai osservato con tanta nitidezza certi colori, certe forme, certe immagini. La notte, i silenzi dominanti della quiete mista alla pace, la proiezione esterna di un moto immoto interno, la totale sensazione che per una volta, cosa che non osava confessare, era che il mondo reale si fosse plasmato ad immagine e somiglianza dei suoi sogni. Così, pensando di sogni, acCADDE nel sogno...poi un bacio, una stretta delicata ma decisa, un buon giorno appena sussurrato all'orecchio da una voce calda e profonda...

del sogno poche labili tracce di ragnatela, un vago ricordo di camminate tra le foglie d'autunno,

poi Vilsia aprì gli occhi quasi con la paura di vedere scomparire tutto...ma tutto rimase!"