Donne di questo mondo: una pianura di fili d'erba (la terra di Cesca)

Cesca 

è un'alba calda appoggiata sul freddo mattino dei colli di Marzo. Una promessa invernale di primavera.

È torba verde d'Irlanda che sprofonda lucide fantasie a picco sul mare delle scogliere di Moher. Un gatto che sonnecchia sul baratro e tarassaco condeggiante al vento salmastro.


Cesca è profonda come le gole del Verdun, ha venature Roussillon nei sogni ed effimere visioni panoramiche di Lacoste nei gesti.


È un campo di gialli pensieri dolcementi assonnati che si svegliano al profumo di viola lavanda provenzale.


Cesca è magica come un museo fiorentino. Una passeggiata sotto la pioggia abbracciati, i colori dell'autunno riflessi sulla pelle.


È delicata come tulipani lasciati a sfiorire e forte alla vita come un trabocco adriatico sul mare agitato.


Cesca è odore di tisane e chiacchiere notturne. Notti di abbracci e silenzi negli occhi verdazzurri.


È una colazione a Galloway, un pranzo a Lisbona, un aperitivo a Nizza, una cena a Bilbao.


Cesca è una ricetta misteriosa. Una crema di tenerezza, di solida fragilità e sapida di passioni. Casa del cuore.


È un pensiero fragrante come croissant di Saint-Saturnin e spumoso come sidro irlandese. Calda come una tarte tatin e sontuosa come una cioccolata calda in un caffè ottocentesco. Sa di zucca al forno, biscotti natalizi e liquori e marmellate fatte in casa.


Cesca parla ed io ascolto. E mi insegna il mondo mentre lei pensa di imparare. Si sdraia a terra per guardare meglio il cielo. Parla alla terra. Sono come lei quando sogno di essere la migliore versione di me stesso.


È sedici metri quadri di semi da far crescere con cura sulla terra umida tra le nostre mani. È semplice come anelli di gomma fatti da bambini, complessa come una notte passata a vedere stelle e pianeti allinearsi.


Cesca mi spettina via dalla mente le disarmonie come il Mistral rotola sassi ai piedi dalle vigne di Châteauneuf-du-Pape.


È vento sussurrate di Orange, profumo di vie di Grasse, una festa di teatro avignonese...colori odori e sapori di Libano in bocca.


Cesca è un concerto dei Cure, una commedia a teatro, fuochi d'artificio sul mare, passi sulla sabbia e voce di Fado.


È dolce come due sposi di tremila anni fa abbracciati, sensibile come una foto di Doisneau, bella come il parco del Valentino, elegante come una luna piena sul mare d'autunno.


Cesca è il gusto di vivermela piano e a piccoli sorsi come un Porto di 40 anni. Una favola in un palazzo di Sintra. Scogliera d' Asturia e orizzonti di Eremita.


Cesca è tutti i viaggi che farò. I miei pensieri a venire. Le idee non ancora nate. Gli stupori che ancora non conosco. Profumate visioni e tattili suoni di cui ignoro l'esistenza.


È le parole mai all'altezza, che non riesco a scegliere per descriverla e che restano a terra come un mare di castagne che non so decidermi di portare a casa.


Quando la amo raccolgo pietre e conchiglie sulla spiaggia del nostro cuore per tenerne il ricordo.


Quando la guardo mi volto indietro e vedo i passi fatti giorno dopo giorno che il mare non cancella dalla battigia del tempo.


Quando la respiro il mio cuorterrazzo fiorisce di gelsomini e piante aromatiche e si colora di frutti di peperoncino e fragole di bosco.


Quando la vivo sento il tempo scorrere lento come un pic nic al tramonto sul Po prima di un concerto di Gazze'.


Quando il suo sguardo sorge al mattino e tramonta la sera il mio cuore enrosadira.


Cesca...

È un bottone d'argento cucito sul cuore.

È l'albero sotto cui poggio i miei regali.

È  il profumo resinoso delle ghirlande.

È il Natale che attendo tutto l'anno.

È occhi elettrici e blu atlantico.


Cesca è...

Cesca è...

Cesca è...il mio mestiere.